Rondine montana
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Rondine montana - Ptyonoprogne rupestris (Scopoli, 1769)
Troina (EN)
La Ptyonoprogne rupestris deve il suo nome alla predilezione per gli ambienti alpini. Frequenta infatti le aree di montagna dalla vegetazione rada, le pareti rocciose o le praterie d’alta quota, le cui ampie superfici nella stagione estiva sono punteggiate da qualche pino mugo. Presente anche in Asia centrale, in Europa è distribuita nei Paesi dell’area mediterranea e nelle zone limitrofe, con il 75% della popolazione che nidifica nella penisola iberica. Piuttosto comune nell’arco alpino, a differenza delle altre rondini sopporta bene le basse temperature, caratteristica che in parte le consente di evitare lunghe migrazioni verso i Paesi caldi.
Le popolazioni delle parti più settentrionali dell’areale sono parzialmente migratrici, mentre quelle più meridionali sono sedentarie. Nel primo caso, le mete dello svernamento sono l’Africa nord-occidentale e, in generale, il Mediterraneo, ma alcuni stormi si spingono anche più a sud e a est, fino al Senegal, la valle del Nilo, il Mar Rosso e l’Etiopia. In Italia è parzialmente sedentaria e nidificante sul territorio peninsulare ma anche in Sardegna e in Sicilia, con ampi vuoti di areale sull’Appennino centro-meridionale. Nel Paese la nidificazione avviene prevalentemente nelle regioni alpine, mentre per lo svernamento si sposta più a Sud, come ad esempio tra i laghi di Garda, di Iseo e di Como, dove trova un clima sufficientemente mite.
Di aspetto simile al Topino, la Rondine montana si può distinguere in primo luogo per le dimensioni. La lunghezza media è di 15 centimetri, mentre il peso varia tra il 20 e i 24 grammi. L’apertura alare è piuttosto ampia, può infatti raggiungere i 35 centimetri. Il piumaggio si caratterizza per una tonalità marrone più intensa nella parte superiore, testa e ali comprese. La gola è appena macchiata da puntini marroni, che sfumano sul petto color bianco sporco. La coda non è biforcuta ma a ventaglio e, quando è aperta, mostra macchie bianche a forma ovale. Le zampe, prevalentemente sfumate di arancione, mentre il becco è bruno scuro.
La nidificazione avviene tra maggio e ottobre. La Rondine montana costruisce il nido su superfici verticali rocciose, a picco sul mare, sulle gole di fiumi o anche su vecchi edifici delle località di montagna. Nel periodo della riproduzione predilige ambienti rupestri o costieri, preferibilmente calcarei. Non è solita nidificare in colonie, sebbene i nidi risultino spesso molto vicini. In media fa due covate l’anno di 2-5 uova ciascuna. L’incubazione dura circa due settimane e i pulcini lasciano il nido a 25 giorni dalla schiusa.
È facile scorgerla quando in volo cerca di sfruttare appieno le correnti d’aria, tenendosi a pochi metri dalle rupi che la ospitano. Più raro è vederla quando si posa. La Rondine montana infatti non si ferma quasi mai al suolo, preferendo rimanere a qualche metro da terra, soprattutto su pareti rocciose, dove riesce a mimetizzarsi meglio grazie alla colorazione del suo piumaggio. Talvolta in volo si mischia a rondini e balestrucci…
Descrizione scientifica da:
Troina (EN)