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Garzetta - Egretta garzetta (Linnaeus, 1766)

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Garzetta - Egretta garzetta (Linnaeus, 1766)

Laghetto Gorgo (AG)
La Garzetta, nella sottospecie nominale, nidifica nelle porzioni meridionali del continente europeo e asiatico, nell’Africa nord-occidentale – comprese le Isole di Capo Verde – centrale e orientale, fino al lontano Sud Africa. Altri continenti ospitano sottospecie particolari di questo airone, e precisamente l’area delle Filippine – dove nidifica la nigripes  – e l’Oceania, patria della Garzetta immaculata . Infine Madagascar e altre piccole isole, dove vive la dimorpha.
Particolarmente elegante nel suo candido piumaggio, la Garzetta si apposta sui cespugli o su altra vegetazione acquatica per lanciarsi sulle prede abilmente individuate nell’acqua bassa, ossia pesci, anfibi e invertebrati acquatici. Planando sullo stagno la Garzetta mette in mostra la notevole apertura alare – che può raggiungere anche il metro in larghezza – mentre il becco aguzzo rappresenta un’arma formidabile non solo per catturare le prede ma anche per trafiggerle e “finirle”, prima di ingoiarle.
Il nido viene costruito in colonie poste in prossimità dell’acqua, generalmente su arbusti o anche grandi alberi. Le uova vengono deposte in aprile, e covate da entrambi i sessi per circa tre settimane. In Italia la specie è nidificante migratrice, nonché parzialmente svernante, con alcune migliaia di individui che scelgono la nostra Penisola per trascorrere il lungo inverno, specialmente durante le stagioni meno rigide.
Per il resto, le popolazioni nidificanti principali sono concentrate nel Nord Italia, dal Delta del Po alla Laguna veneta, fino all’alto corso del “Grande Fiume” – e relativi affluenti – tra bassa pianura piemontese e lombarda. La zona risicola tra Lombardia e Piemonte, in particolare, ospita ben il 40% del totale della popolazione nidificante, mentre nel resto d’Italia la Garzetta è meno diffusa, con presenze sparse al centro-sud e in Sardegna.

Bianca come la neve, la Garzetta atterra sull’acqua bassa della palude mettendo in mostra le lunghe penne del volo, anch’esse bianche, che fanno raggiungere a questo airone un’apertura alare anche pari al metro. Lungo e sinuoso è il collo, su cui campeggia il becco aguzzo e appuntito non di rado utilizzato per trafiggere le prede, prima di ingoiarle. Curioso lo stratagemma, talvolta utilizzato, di catturare pesci, anfibi e altri invertebrati acquatici planando lentamente sull’acqua e individuando più accuratamente, grazie all’eliminazione del “riflesso”, la potenziale preda che invano tenta di nascondersi tra la vegetazione affiorante…

Descrizione scientifica da:   
Laghetto Gorgo (AG)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Laghetto Gorgo (AG)
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Laghetto Gorgo (AG)
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Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
Fiume Simeto "Oasi di Ponte Barca" _ Paternò (CT)
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