Capinera - Sylvia atricapilla (Linnaeus, 1758)
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Capinera - Sylvia atricapilla (Linnaeus, 1758)
Troina (EN)
La Capinera è lunga circa 14 cm, per 20 grammi di peso. Il maschio presenta una colorazione grigio cenere con calotta nera, mentre le femmine sono più brune, con calotta rosso ruggine o marrone. La calotta ben delineata è comunque l’elemento che la distingue immediatamente da altre specie di Silvidi. Il becco e le zampe sono sempre scure. I giovani mostrano parti superiori più fulve e parti inferiori più giallastre.
È una specie vivace e socievole, anche se prudente, motivo per cui sosta spesso tra il fogliame di alberi e cespugli. È raro vederla saltellare sul terreno e, anche in questi casi, si muove con circospezione e con le zampe molto flesse. Il volo è in genere breve e ondulato. Comportamenti che mutano, in parte, durante il periodo della cova e della cura dei pulcini, quando la Capinera mostra doti di coraggio e “disprezzo” del pericolo nella difesa del nido da potenziali intrusi.
Nel nostro continente, la più diffusa è la sottospecie nominale Sylvia a. atricapilla , presente dalle coste dell’Atlantico alla Siberia occidentale. Due le sottospecie che abitano il nostro Paese, la sottospecie nominale ma anche la sottospecie pauliccii , diffusa in Italia centrale – e probabilmente in Italia meridionale e Sicilia – oltre a Sardegna, Corsica, Baleari, Tunisia. Completano il quadro la sottospecie heineken , diffusa nella porzione occidentale della penisola iberica fino alle isole Canarie e Madera e – probabilmente – a parte dell’Atlante (Marocco e Algeria). Più localizzata appare la sottospecie gularis , presente nelle Isole di Capo Verde e alle Azzorre.
In Italia, la Capinera è diffusa ovunque, più numerosa nei mesi invernali. Legata alla presenza di alberi e alti arbusti non troppo densi, frequenta un’amplissima gamma di ambienti a quote molto variabili, dai boschi cedui ai frutteti, dalle macchie con alberi alle aree verdi urbane. Si rilevano densità estremamente variabili a seconda degli ambienti: in quelli più idonei alla specie si possono anche superare le 66 coppie territoriali per kmq.
La cova avviene due volte l’anno, in maggio e in giugno. Il nido, piccolo e molto curato, viene collocato nei cespugli folti, anche di sempreverdi, oppure nei boschi e nelle macchie spinose, comunque sempre ben nascosto. La femmina depone da 3 a 6 uova dal fondo color mattone o fulvo chiaro, offuscate e chiazzate di marrone e cenere e con macchie scure. Entrambi i genitori si occupano della cova, che dura in media 13-15 giorni. I pulcini abbandonano il nido verso l’undicesimo giorno di vita ma continuano a essere imbeccati ancora per alcune settimane.
È il più paffuto tra i Silvidi, forse anche perché la sua dieta non è costituita solo da insetti, ma anche da piccole bacche e da semi, come quelli dei cachi, di cui è particolarmente golosa e che preferisce mangiare direttamente dal frutto. La Capinera ama vivere sia nei boschi ripariali che in quelli più asciutti. Se la nidiata è in pericolo, i genitori sono infatti pronti ad attirare l’attenzione del predatore fingendosi in difficoltà o magari feriti. Spesso, in questi casi, restano fermi a terra e compiono piccoli salti sbattendo le ali, per poi volare prontamente via non appena il predatore, distratto dal nido, si avvicina loro…
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Etna
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